Diomedea: Empires under the Atheist Sun

by Daxn


Prefazione

L' Istoria si può veramente definire una guerra illustre contro il Tempo, perchè, sottraendo gli anni che rimasero prigionieri, anzi, cadaveri; li fa sorgere dalla loro tomba; li raduna; e gli schiera in battaglia.


Gl' istorici, come gli illustri campioni dei tempi che furono, dal campo di battaglia colgono solo le spoglie che son più preziose; e come i campioni, non cercano le spoglie ignobili, quelle dei contadini strappati al loro campicello, o quelle del vasaio che, per amor di Patria, s' è armato di lama. E così agl' istorici non interessano le istorie della gente di umile estrazione.


Ambi, insomma, cercan la gloria.


Ma se i guerrieri antichi cercavan la gloria per la loro persona, e tentano d' ingigantirla, affinchè i cantori cantassero soltanto le loro gesta distorte; gl' istorici la cercano per coloro che giungono dopo, quelli che non videro, né vedranno mai tali atti, e tentano il più possibile di mantenere la realtà dei fatti.


Io, come s' addice ad ogni equino cercatore di verità, in quest' opera creata con eroica fatica, non mi limito a riportare i soli atti di gloria della mia patria; né limitai me stesso alla raccolta di gloria delle altre nazioni, per quanto fossero ignobili o piccole. Raccolsi anche i fatti accaduti a gente di piccolo affare, da ogni nazione, da quasi ogni luogo di Diomedea.


Nel grandissimo spazio del continente, ci furon molti avvenimenti: cavalli mandati a sopprimere il suono delle trombe da guerra, o al contrario, amplificarlo fino a rendelo fortissimo tuono.. Saranno raccontati atti di codardia e di valor; di crudeltà e pietà equina; di regione e di scienza; ogni atto realmente avvenuto o, quantomeno, ricostruito.


Ma non date prestigio e ringraziamenti solo a me, o miei lettori: di mio, c' è solo quello che è accaduto et è tradizione nella mia nazione. Per il resto, scartabellai, corressi e tradussi.

Se questa grandissima unione di verità, scienza istorica et cultura esiste, è anche grazie agli sforzi di altri istorici miei simili i cui nomi, ahimè, sono stati inghiottiti dall' oblio: ma anche se i loro nomi sono stati perduti, quello che hanno eseguito nella loro vita non è stato vano.


Ed ora, o miei lettori, procedete pure a leggere l' istoria conosciuta di Diomedea; dei quattro fratelli un tempo definiti divinità; della popolare arguzia che mai s' azzittì nella sua ingenuità ed ignoranza; dell' ingratitudine e oscurantismo dell' alicorno bianco; fino ai giorni nostri o, ancor meglio, i giorni in cui vissi al tempo della stesura di quest' opera. E vorrei dar ringraziamenti alle stamperie, ch' senza la lor pressa quest' opera non sarebbe mai venuta alla luce...



This was the preface by Aletippo Vitelloni, an influential historian and Ippopologian from beyond the Ocean.

The original copy of this book was given to me by one Soft Leash, the chairman of the nation of the Eire, as a gift. He said that this book was going to, “Open the eyes of me and my people.”

At first, the phrase appeared to be meaningless, insulting even.

And yet, as soon as I start to read it, I realized that there was something... special, in this tome. This book was not simply about history or geography. It contained wonders and horrors that most could only dream off, battles and romances, wars won and peace lost, valiant last stands and heartbreaking last words. This book contained, within it’s pages, a world the likes of which I could scarcely imagine, one completely alien to me.

A world where the technology dominates magic. A place where peace is a rarity, and war is a constant, and where your enemy is wrong as much you are. A place founded on the individual... a brave new world.

It was a beautiful experience, and I hope that, in my translating, I am able to convey to you, not only the aristocrats and bourgeois, but even low-class literates, the same sense of wonder that I felt while reading this.

As final note, I hope that, by the end of the tome, you feel the same as I did after reading this book, and that you spread the word beyond the few ears I have managed to reach.

Now, with no further delay, I leave you the first true pages of this tome.