//------------------------------// // Wrapped in Loss // Story: Book 1 - The Behemoth came to Canterlot // by Equimorto //------------------------------// Twilight Sparkle non era una principessa. Twilight Sparkle non si comportava come una principessa. Niente dei suoi modi, delle sue parole, del suo aspetto risultava in modo chiaro riconducibile o a volte anche solo simile a quelli di una principessa. Eppure, in maniera del tutto formale e formalmente stringente, Twilight Sparkle non era solo una principessa, ma la principessa. La sola principessa a capo di Equestria. Ne conseguiva, sostanzialmente, che qualsiasi cosa lei facesse, qualsiasi modo adottasse, non potevano non essere quelli di una principessa, per semplice oggettività del suo esserelo. Ed egli trovava questo alquanto affascinante. L'aveva vista, in passato, da distante, in contesti più formali. Twilight sapeva come comportarsi, come doversi comportare. Ma a grande differenza delle sue predecessore, quando la si avvicinava tutto quel castello di artifizi e formalità spariva. Mai era stato segreto troppo ben custodito che lo stesso avvenisse per Celestia, in presenza di coloro a lei più fidati e rispettati e con maggiore frequenza negli ultimi anni del suo regno, ma il limite entro il quale ciò accadeva era incredibilmente più ampio per Twilight. A parlare con lei lui si sentiva come a discutere con un collega, nemmeno con un superiore e tantomeno con il vertice del governo del regno. Era strano. Non necessariamente dispiacevole. Solo strano. Sicuramente inadeguato per le opinioni di alcuni, ma poco conto potevano avere. Non aveva mai direttamente interagito con Celestia, né con Luna, ritornata dopo che già lui si era ritirato. Solo indirettamente, passando per almeno due o tre livelli nella catena, gli era capitato di trovarsi a lavorare su qualcosa di da lei ordinato o voluto o in qualche modo correlato a qualche sua richiesta. E l'impressione che aveva sempre avuto, in quei casi, era che Celestia fosse lì a lasciarli lavorare. A non togliere via la possibilità e necessità del loro lavoro. Non tanto per pietà, neanche per scelta, ma principalmente per impossibilità. Era convinto, assolutamente, che Celestia sarebbe stata in grado di prendersi carico e cura di qualsiasi cosa loro assegnata, e di farne un lavoro migliore in un tempo minore. Semplicemente, non aveva il tempo materiale di occuparsene. Troppo impegnata a gestire la nazione per rincorrere scienze e ricerca. Twilight pareva essere l'opposto. Se da un lato la situazione di crisi giustificava un simile comportamento, e se anche i progressi in campo tecnico e scientifico promessi da un tale approccio risultavano esaltanti, l'unicorno non poteva che preoccuparsi per il futuro e per quegli aspetti che Twilight pareva non curare.