Book 1 - The Behemoth came to Canterlot

by Equimorto


Leaving

Pacchiano. Inverosimilmente pacchiano. Aveva sentito chiacchiere e storie su come fosse, ma si era aspettato che le prime fossero esagerazioni, e le seconde l'avevano lasciato con un idea alquanto differente di quello che si trovava finalmente di fronte. Rimpiangeva quasi non aver mai cercato foto del castello, ma sotto sotto in realtà era divertito dalla sua stessa reazione. Sperava solo che Twilight non si accorgesse di nulla e non si offendesse. Era un pony encomiabile, la giovane principessa, e non era colpa sua se le toccava vivere in un castello che pareva disegnato da un puledrino di un paio d'anni con un senso dell'architettura completamente assente.
Non era per niente il tipo di dimora appropriato per una principessa, a suo parere, né per nessuno a dirla tutta. Per quanto non fosse un grande estimatore dello stile e dell'estetica di Canterlot, sapeva almeno riconoscere che c'era della ricerca e dell'arte dietro a quelle costruzioni. Il castello di Ponyville sembrava un albero cresciuto male, nemmeno uno di quelli tenuti e potati a dovere. Senza contare il modo in cui spiccava contro il resto della città, per niente un lato positivo. Pareva appiccicato lì come se qualcuno ce l'avesse infilzato, che in realtà era più o meno quello che era successo in fin dei conti.
Non era nemmeno sfarzoso. Tentava di esserlo, ma sembrava uscirne più come la parodia di un'idea distorta di cosa fosse lo sfarzo che non altro. Fosse almeno stato semplicemente eccessivo, ma orientato correttamente in quello, l'avrebbe capito. Invece era completamente sbagliato da quel punto di vista. Era una fortuna non da poco che le culture esterne a Equestria avessero sensi dell'estetica di per sé già particolarmente diversi, troppo perché potessero comprendere quanto sbagliato quel castello fosse per i canoni di Equestria stessa. Se un castello si poteva chiamare. Lo era effettivamente in funzione e formalmente, ma sicuramente non lo sembrava.
Era effettivamente interessante pensare a quali ramificazioni avrebbe avuto nel tempo. Posto che non venisse raso al suolo nel corso della decade successiva, cosa non scontata considerando il destino toccato all'edificio che aveva rimpiazzato, le creature aventi residenza al suo interno, e lo stato generale del mondo in quel momento, e posto anche che la vita non si estinguesse completamente nel giro di un anno o giù di lì causa complicazioni da Behemoth, avrebbe sicuramente avuto un certo tipo di influenza nel corso del tempo sulla cultura, quantomeno architettonicamente parlando. Il pensiero di edifici costruiti deliberatamente a imitazione di quello che aveva davanti era al contempo ilare e terrificante.
L'interno quantomeno era passabile. Peculiare, ma non poi più di un qualsiasi palazzo nell'Impero non lo fosse visti i materiali. Quantomeno per la maggior parte delle stanze e dei corridoi la natura arborea della costruzione passava in secondo o terzo piano, e la mancanza di riferimenti contrastanti quali le case all'esterno rendevano lo stile sopportabile. Almeno finché non si guardava fuori da una finestra, o magari da una balconata infissa tra i tozzi e troppo grossi rami nella parte superiore del castello. Per non parlare delle radici nelle sale inferiori. Fossero state un'imitazione voluta sarebbero state accettabili, anche magari apprezzabili, ma il loro stato non faceva loro alcun favore.